I dati sono
ricavati dal convegno "Furto e riciclaggio del veicolo motorizzato
a due ruote - Il connubio tra pubblico e privato nella prevenzione"
organizzato da Anca, FMI e Ministero degli Interni.
Su 100 ciclomotori consegnati alle concessionarie ne vengono
rubati 18.
Su 100 targati venduti sono 5 i veicoli che risultano rubati
nell'ultimo anno
Negli ultimi quattro anni si è verificata una sostanziale
stabilità nei furti dei ciclomotori, con un livello di
100.000 veicoli rubati l'anno.
Nel 1999 i furti di motocicli sono stati 17.237, quelli dei ciclomotori
101.667. I recuperi invece, sono stati rispettivamente 5.561
(32%) e 30.125 (29%).
Nei primi sei mesi del 2000, rispetto al corrispondente periodo
del 1999, il furto dei motocicli è aumentato di quasi
il 15%, (1.123 in più). Quello dei ciclomotori ha fatto
registrare un'inversione di tendenza, con una diminuzione di
quasi il 34% (15.063 in meno); i recuperi per entrambe le categorie
si sono stabilizzati intorno al 33%.
Il confronto per provincia tra targhette per ciclomotori rilasciate
e numero dei furti evidenzia alcuni casi limite come Palermo,
Napoli, Roma con percentuali che superano il 50%, ma anche Milano,
Genova, Verona, Catania vanno oltre il 30%.
Nei veicoli immatricolati i picchi sopra la media si registrano
rispettivamente a:
- Milano 11.0%
- Napoli 10.5%
- Palermo 8.2%
- Genova 7.7%
- Roma 7.6%
Le aree metropolitane
sono più a rischio rispetto alla provincia.
Allarme furti: rubati ogni
anno 100.000 ciclomotori. Vengono smontati e venduti in Italia
e all'estero con documenti contraffatti e telai taroccati. Un
fenomeno in crescita che sta interessando anche la criminalità
organizzata
Ogni anno in Italia vengono rubati 100.000 ciclomotori. La polizia
ne recupera circa un terzo. Il resto viene venduto con documentazione
falsificata in Italia, impacchettato e spedito nei Paesi dell'Est
europeo e del Nord Africa, o ancora smontato e riutilizzato al
mercato nero del ricambio. Un traffico che alimenta la microcriminalità
e che sta interessando anche traffici malavitosi di livello più
alto.
E' quanto emerso nel convegno "Furto e riciclaggio del veicolo
motorizzato a due ruote - Il connubio tra pubblico e privato
nella prevenzione" organizzato dal Ministero degli interni,
dall'Ancma e dalla FMI il 21 settembre a Roma.
I dati enunciati dalle relazioni dei rappresentanti delle tre
organizzazioni sono a dir poco allarmanti per i 9 milioni di
motociclisti italiani, una popolazione particolarmente a rischio
nelle aree metropolitane di Roma, Napoli e Milano, dove sono
concentrati il 30 per cento dei furti consumati sul territorio
nazionale.
Come se non bastasse l'alta percentuale di furti ha contribuito
a fare impennare le tariffe assicurative quando addirittura ad
escludere in alcune zone la possibilità di assicurare
i ciclomotori con la garanzia di incendio e furto.
La realtà è che rubare una moto o un motorino è
molto facile. Lasciando da parte i proprietari distratti (molti)
che dimenticano le chiavi nel cruscotto, la maggior parte dei
veicoli è sprovvista di sistemi antifurto mentre i "normali"
sistemi di sicurezza (catene, lucchetti, etc.) sono spesso inefficaci
quando il ladro è provvisto di due braccia e di un furgone.
Altrettanto semplice è l'operazione di riciclaggio dei
motoveicoli rubati: è sufficiente alterare il numero di
telaio, falsificare targhe e libretti di circolazione utilizzando
gli stampati rubati in bianco presso gli uffici provinciali della
MCTC. Diffusissima la tecnica del "tarocco" che consiste
nel dotare il veicolo rubato della targa e dei documenti di uno
gravemente danneggiato dello stesso tipo e modello alterando
il telaio per farlo corrispondere a quello dei documenti.
Eppure basterebbe poco per fermare o almeno rallentare il fenomeno
che viene alimentato nelle grandi città anche dalla penuria
- se non dall'assenza - di parcheggi custoditi riservati ai motociclisti.
Tra le proposte avanzate durante il convegno, la realizzazione
di un libretto dei ciclomotori dotato di microchip che, con un
sistema analogo a quello delle carte di credito, non consenta
di duplicare i dati. La stessa tecnologia potrebbe essere utilizzata
anche per marcare le componenti principali dei motoveicoli rendendole
sempre riconoscibili all'esame di un lettore elettronico. Ladri
di moto e motorini, compratori fintamente ingenui e officine
di riparazione e "rottamatori" compiacenti verrebbero
immediatamente smascherati.
Usato: i rischi
da evitare. Alcuni consigli utili per evitare incauti acquisti,
specie se si compra da privati. Tenete d'occhio telaio e documenti
di Roberto Pellegrino
Nell'acquisto di un motociclo
usato da un privato o presso una concessionaria è bene
tenere presente alcuni suggerimenti per non rischiare di portarsi
a casa un mezzo rubato. La Polizia negli anni ha identificato
quattro tecniche di contraffazione per riciclare sul mercato
moto e ciclomotori di provenienza illecita.
Ogni ora spariscono 14 motocicli
Prestate molta attenzione nel controllare i caratteri della composizione
alfanumerica del telaio: bisogna insospettirsi se la targhetta
appare rimossa e risaldata o se la punzonatura stampata presenta
numeri e lettere non appagliati e di dimensioni differenti tra
loro. Spesso sono contraffatti uno o più caratteri della
composizione alfanumerica: i numeri che sono più facilmente
modificabili sono il 6, l'1, il 9, l'8 e il 7.
I numeri di identificazione del veicolo devono essere segnati
in caratteri maiuscoli sul telaio mediante martellamento o punzonatura,
in modo da evitare che si cancelli o si alteri. Le lettere e
le cifre devono avere le seguenti altezze minime: 4mm per i caratteri
segnati direttamente sul telaio, 3 mm per i caratteri segnati
sulla targhetta del costruttore.
Con la tecnica del "doppione", invece, al ciclomotore
rubato viene sostituita l'intera serie alfanumerica del telaio
con la punzonatura di una falsa o copiata da un altro veicolo
incidentato e non più reperibile. Ma in mancanza di questo
si rubano i dati da un veicolo circolante.
Milano detiene
il record dei furti moto
Un altro indizio per scoprire
un illecito è controllare che il certificato di idoneità
tecnica sia originale e non una fotocopia. Questo, non essendo
filigranato, può essere facilmente contraffatto. Non accettate
fotocopie o documenti con caratteri e timbri poco leggibili.
Nella casistica delle contraffazioni bisogna tenere presente
che spesso un motociclo rubato può essere riciclato asportando
e sostituendo una parte del telaio: al veicolo, infatti, viene
cambiata l'intera parte di tubolare o lamierato dove sono stati
impressi dalla casa costruttrice i dati di identificazione. E'
bene, quindi, controllare se sul telaio sono presenti saldature
e appare riverniciato o ritoccato. In un lavoro frettoloso e
poco attento sono visibili quasi sempre alcune sbavature.
Infine, è meglio non acquistare da chi si ostina a lasciare
solo il telefonino come unico riferimento.
Come leggere
la targhetta del costruttore. La targhetta che identifica il
costruttore si trova in una zona facilmente accessibile. E' fissata
saldamente e contiene queste indicazioni:
- Nome del costruttore (in
caratteri maiuscoli);
- Marchio di omologazione del
veicolo;
- Numero di identificazione
del veicolo (in carattere maiuscoli);
- Livello sonoro a veicolo
fermo:
.dB (A)a
.giri/minuto.
Il costruttore può
aggiungere indicazioni supplementari sotto o accanto a quelle
prescritte, all'esterno di un rettangolo chiaramente delimitato
nel quale devono essere contenute unicamente i dati sopra indicati.
ABC FABBRICA
MOTOCICLI
e3 1234
3GSKLM3AC8B120000
80db(A)-3750 g/min |
Il numero
d'identificazione del veicolo (3GSKLM3AC8B120000) è da
leggere così:
- Prima parte (3GS): identificazione
costruttore
- Seconda parte (KLM3AC)
- KL: tipo di veicolo
- M3: variante
- AC: versione
- Terza parte (8B120000)
- 8B120000: identificazione
veicolo
Il livello sonoro a veicolo
fermo è 80db(A) misurato a 3750 giri al minuto.
La targhetta del costruttore è obbligatoria solo a partire
dal 14 giugno 1995. In assenza delle indicazioni riguardanti
il posizionamento della targhetta è stata indicata la
posizione della marcatura motore. |