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Allarme furti: i numeri e le percentuali
 

2 ottobre 2000
 

I dati sono ricavati dal convegno "Furto e riciclaggio del veicolo motorizzato a due ruote - Il connubio tra pubblico e privato nella prevenzione" organizzato da Anca, FMI e Ministero degli Interni.


Su 100 ciclomotori consegnati alle concessionarie ne vengono rubati 18.
Su 100 targati venduti sono 5 i veicoli che risultano rubati nell'ultimo anno
Negli ultimi quattro anni si è verificata una sostanziale stabilità nei furti dei ciclomotori, con un livello di 100.000 veicoli rubati l'anno.
Nel 1999 i furti di motocicli sono stati 17.237, quelli dei ciclomotori 101.667. I recuperi invece, sono stati rispettivamente 5.561 (32%) e 30.125 (29%).
Nei primi sei mesi del 2000, rispetto al corrispondente periodo del 1999, il furto dei motocicli è aumentato di quasi il 15%, (1.123 in più). Quello dei ciclomotori ha fatto registrare un'inversione di tendenza, con una diminuzione di quasi il 34% (15.063 in meno); i recuperi per entrambe le categorie si sono stabilizzati intorno al 33%.
Il confronto per provincia tra targhette per ciclomotori rilasciate e numero dei furti evidenzia alcuni casi limite come Palermo, Napoli, Roma con percentuali che superano il 50%, ma anche Milano, Genova, Verona, Catania vanno oltre il 30%.
Nei veicoli immatricolati i picchi sopra la media si registrano rispettivamente a:

  • Milano 11.0%
  • Napoli 10.5%
  • Palermo 8.2%
  • Genova 7.7%
  • Roma 7.6%

 

Le aree metropolitane sono più a rischio rispetto alla provincia.

Allarme furti: rubati ogni anno 100.000 ciclomotori. Vengono smontati e venduti in Italia e all'estero con documenti contraffatti e telai taroccati. Un fenomeno in crescita che sta interessando anche la criminalità organizzata
Ogni anno in Italia vengono rubati 100.000 ciclomotori. La polizia ne recupera circa un terzo. Il resto viene venduto con documentazione falsificata in Italia, impacchettato e spedito nei Paesi dell'Est europeo e del Nord Africa, o ancora smontato e riutilizzato al mercato nero del ricambio. Un traffico che alimenta la microcriminalità e che sta interessando anche traffici malavitosi di livello più alto.
E' quanto emerso nel convegno "Furto e riciclaggio del veicolo motorizzato a due ruote - Il connubio tra pubblico e privato nella prevenzione" organizzato dal Ministero degli interni, dall'Ancma e dalla FMI il 21 settembre a Roma.
I dati enunciati dalle relazioni dei rappresentanti delle tre organizzazioni sono a dir poco allarmanti per i 9 milioni di motociclisti italiani, una popolazione particolarmente a rischio nelle aree metropolitane di Roma, Napoli e Milano, dove sono concentrati il 30 per cento dei furti consumati sul territorio nazionale.
Come se non bastasse l'alta percentuale di furti ha contribuito a fare impennare le tariffe assicurative quando addirittura ad escludere in alcune zone la possibilità di assicurare i ciclomotori con la garanzia di incendio e furto.
La realtà è che rubare una moto o un motorino è molto facile. Lasciando da parte i proprietari distratti (molti) che dimenticano le chiavi nel cruscotto, la maggior parte dei veicoli è sprovvista di sistemi antifurto mentre i "normali" sistemi di sicurezza (catene, lucchetti, etc.) sono spesso inefficaci quando il ladro è provvisto di due braccia e di un furgone.
Altrettanto semplice è l'operazione di riciclaggio dei motoveicoli rubati: è sufficiente alterare il numero di telaio, falsificare targhe e libretti di circolazione utilizzando gli stampati rubati in bianco presso gli uffici provinciali della MCTC. Diffusissima la tecnica del "tarocco" che consiste nel dotare il veicolo rubato della targa e dei documenti di uno gravemente danneggiato dello stesso tipo e modello alterando il telaio per farlo corrispondere a quello dei documenti.
Eppure basterebbe poco per fermare o almeno rallentare il fenomeno che viene alimentato nelle grandi città anche dalla penuria - se non dall'assenza - di parcheggi custoditi riservati ai motociclisti. Tra le proposte avanzate durante il convegno, la realizzazione di un libretto dei ciclomotori dotato di microchip che, con un sistema analogo a quello delle carte di credito, non consenta di duplicare i dati. La stessa tecnologia potrebbe essere utilizzata anche per marcare le componenti principali dei motoveicoli rendendole sempre riconoscibili all'esame di un lettore elettronico. Ladri di moto e motorini, compratori fintamente ingenui e officine di riparazione e "rottamatori" compiacenti verrebbero immediatamente smascherati.

 

Usato: i rischi da evitare. Alcuni consigli utili per evitare incauti acquisti, specie se si compra da privati. Tenete d'occhio telaio e documenti di Roberto Pellegrino

Nell'acquisto di un motociclo usato da un privato o presso una concessionaria è bene tenere presente alcuni suggerimenti per non rischiare di portarsi a casa un mezzo rubato. La Polizia negli anni ha identificato quattro tecniche di contraffazione per riciclare sul mercato moto e ciclomotori di provenienza illecita.
Ogni ora spariscono 14 motocicli
Prestate molta attenzione nel controllare i caratteri della composizione alfanumerica del telaio: bisogna insospettirsi se la targhetta appare rimossa e risaldata o se la punzonatura stampata presenta numeri e lettere non appagliati e di dimensioni differenti tra loro. Spesso sono contraffatti uno o più caratteri della composizione alfanumerica: i numeri che sono più facilmente modificabili sono il 6, l'1, il 9, l'8 e il 7.
I numeri di identificazione del veicolo devono essere segnati in caratteri maiuscoli sul telaio mediante martellamento o punzonatura, in modo da evitare che si cancelli o si alteri. Le lettere e le cifre devono avere le seguenti altezze minime: 4mm per i caratteri segnati direttamente sul telaio, 3 mm per i caratteri segnati sulla targhetta del costruttore.
Con la tecnica del "doppione", invece, al ciclomotore rubato viene sostituita l'intera serie alfanumerica del telaio con la punzonatura di una falsa o copiata da un altro veicolo incidentato e non più reperibile. Ma in mancanza di questo si rubano i dati da un veicolo circolante.

 

Milano detiene il record dei furti moto

Un altro indizio per scoprire un illecito è controllare che il certificato di idoneità tecnica sia originale e non una fotocopia. Questo, non essendo filigranato, può essere facilmente contraffatto. Non accettate fotocopie o documenti con caratteri e timbri poco leggibili.
Nella casistica delle contraffazioni bisogna tenere presente che spesso un motociclo rubato può essere riciclato asportando e sostituendo una parte del telaio: al veicolo, infatti, viene cambiata l'intera parte di tubolare o lamierato dove sono stati impressi dalla casa costruttrice i dati di identificazione. E' bene, quindi, controllare se sul telaio sono presenti saldature e appare riverniciato o ritoccato. In un lavoro frettoloso e poco attento sono visibili quasi sempre alcune sbavature.
Infine, è meglio non acquistare da chi si ostina a lasciare solo il telefonino come unico riferimento.

 

Come leggere la targhetta del costruttore. La targhetta che identifica il costruttore si trova in una zona facilmente accessibile. E' fissata saldamente e contiene queste indicazioni:

  • Nome del costruttore (in caratteri maiuscoli);
  • Marchio di omologazione del veicolo;
  • Numero di identificazione del veicolo (in carattere maiuscoli);
  • Livello sonoro a veicolo fermo: ….dB (A)a….giri/minuto.

Il costruttore può aggiungere indicazioni supplementari sotto o accanto a quelle prescritte, all'esterno di un rettangolo chiaramente delimitato nel quale devono essere contenute unicamente i dati sopra indicati.

 ABC FABBRICA MOTOCICLI
e3 1234
3GSKLM3AC8B120000
80db(A)-3750 g/min

 

Il numero d'identificazione del veicolo (3GSKLM3AC8B120000) è da leggere così:

  • Prima parte (3GS): identificazione costruttore
  • Seconda parte (KLM3AC)
  • KL: tipo di veicolo
  • M3: variante
  • AC: versione
  • Terza parte (8B120000)
  • 8B120000: identificazione veicolo

Il livello sonoro a veicolo fermo è 80db(A) misurato a 3750 giri al minuto.
La targhetta del costruttore è obbligatoria solo a partire dal 14 giugno 1995. In assenza delle indicazioni riguardanti il posizionamento della targhetta è stata indicata la posizione della marcatura motore.

 
 

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