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Un poliziotto accusato di omissione di soccorso a Pozzuoli senza esserci mai stato. Tutta colpa di un giro di vetture rubate e «riciclate». PAOLO CHIARIELLO |
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Pioltello, comune di 33 mila
anime confinante con Segrate e Cernusco sul Naviglio: nella sede
dell'impresa di pompe funebri locale piomba l'ufficiale giudiziario.
Da Napoli un ufficio legale reclama l'immediato risarcimento
dei danni per un sinistro provocato da una vettura intestata
alla società lombarda. L'auto pirata è scappata
dal luogo dell'incidente, ma il danneggiato è riuscito
a rilevare il numero di targa. I titolari dell'azienda meneghina
cadono dalle nuvole. La targa dell'automobile corrisponde, il
veicolo però è un carro funebre che non si è
mai mosso da Pioltello. Uniche trasferte compiute, quelle verso
i cimiteri di Milano e Monza. Il fatto viene denunciato anche
alla procura milanese. Ma come è possibile? Si tratta di auto clonate, di auto cioè che una volta rubate, in tutt'Italia, vengono trasformate in gemelle di altre già esistenti. Hanno targa, documenti identificativi e targhette del telaio uguali ad altre che circolano quasi sempre a Napoli. Un esempio? Una utilitaria viene rubata a Roma e risulta di proprietà di una signora napoletana che possiede lo stesso tipo di vettura ma di colore diverso. La targa, falsificata, è la stessa. Il libretto di circolazione della vettura-clone è vero, è stato rubato in bianco a Chieti e riempito con i dati della proprietaria della macchina «vera». L'assicurazione è stata «stipulata» su un modello vero ma con i dati della malcapitata automobilista napoletana e reca anche la sua firma. Falsa anche quella. Un business miliardario visto
che i veicoli coinvolti potrebbero essere migliaia a giudicare
dalle segnalazioni giunte alla polizia municipale. A gestire
l'affare un'organizzazione criminale articolata e complessa,
che si avvale sicuramente anche di persone vicine alla camorra.
Ne è convinto anche il generale Giosuè Candita,
comandante dei vigili urbani, per anni ufficiale dei carabinieri
nei reparti operativi, anche lui vittima delle auto clonate:
i colleghi di Milano gli hanno recapitato due multe per infrazioni
commesse in zona Duomo, dove giura di non essere mai stato in
auto. Candita ha costituito un Ufficio per la ricerca di auto
clonate e ha dotato il capo dell'ufficio, l'ispettore Antonio
De Felice, che da mesi indaga su questo fenomeno, di un giubbotto
antiproiettile. |
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