|
Lega Consumatori |
|
|
Articolo pubblicato da messo on line da "l'opinione" il 07/06/2001 |
Misteri d'Italia: Milano detiene il primato dei furti d'auto, Ravenna quello delle false certificazioni sul danno biologico, Udine e Pavia quello dei furti, in Lombardia dilagano le carrozzerie che "pezzottano" le auto rubate, al Nord il costo medio di un sinistro è quasi il triplo rispetto al Sud. Ma i maxi aumenti puniscono soprattutto gli assicurati del Sud. L'ISVAP, che questi dati li conosce bene, ha aperto 10 indagini su altrettante compagnie che con un colpo di mano hanno varato in Campania i maxi aumenti. Eppure per battere l'esercito degli utenti truffatori bastava una banca dati, un po' di computer collegati in rete e la ferma volontà di fare piazza pulita nel settore dei falsi sinistri. E anche sulla leggenda metropolitana del caro polizze provocato dai falsi sinistri bisogna far chiarezza: le compagnie dai truffatori subiscono perdite, nel ramo auto, soltanto per 500 miliardi l'anno. Un dato più che modesto per un settore che drena liquidità per 130.000 miliardi. Il caro-polizze in Campania e soprattutto a Napoli, rischia di incrementare l'insediamento affaristico-malavitoso delle aggregazioni camorristiche. In diverse città ed in una regione che ogni giorno devono fare i conti con una spaventosa crisi occupazionale, il caro-polizze spinge verso l'illegalità sempre maggiori fasce di cittadini. Ecco perché è necessario intervenire con provvedimenti urgenti in questo settore che coinvolge tutti, che gonfia tasche e svuota tasche, che evidenzia maggiormente il divario fra poteri forti e cittadini deboli, fa esplodere "il problema" che appariva tutto napoletano e che, invece, incrementa ulteriormente il brodo di cultura dell'illegalità e dell'antistato. Se l'avvento della liberalizzazione tariffaria nella rc auto è stato accompagnato, nel nostro Paese, dal fenomeno della crescita dei premi, non ha fatto riscontro, per converso, neanche un miglioramento del servizio in termini di liquidazione dei sinistri. La grande litigiosità nella liquidazione dei danni, specie nel ramo rc auto, sembra rappresentare un elemento genetico del sistema italiano. In un particolare momento di disinteresse dello Stato e delle istituzioni preposte al settore, ecco che si inserisce la criminalità spicciola e quella organizzata, con effetti sui bilanci delle imprese ma soprattutto sulla massa degli assicurati onesti, pubblici e privati, costretti a pagare premi assicurativi più elevati rispetto al rischio naturale e a sostenere, con una ulteriore tassa sui premi anche il Fondo Antiracket. Infatti al "danno" di dover pagare premi più elevati per far fronte ad una ipotetica sinistralità superiore a quella naturale o fisiologica, la "beffa" di dover finanziare anche il Fondo, previsto dalla legge. Sicuramente a livello collettivo non é ancora ben chiaro che il ricorso a forzosi espedienti truffaldini, così generatisi, ha enormi costi sociali e conseguenze economiche pesanti sulla massa degli assicurati onesti oltre a quelle sui lavoratori del settore: di qui anche la ingiustificata "fuga" di molte compagnie da alcune aree del Paese, soprattutto meridionali. Il risultato di tutto questo è duplice: la perdita di migliaia di posti di lavoro nel Sud e la difficoltà, se non l'impossibilità, a trovare un assicuratore in alcuni territori e per alcuni specifici rischi, con conseguente aggravarsi del fenomeno dello storno del portafoglio Rc auto: da qui la notizia di circa un milione di polizze immotivatamente ed impunemente disdettate nell'ultimo periodo. E qui scoppia "l'emergenza nell'emergenza". Da qui al ricorso all'illegalità il passo è breve: migliaia le polizze rilasciate, in tutta Italia, da imprese inesistenti, non autorizzate ad operare oppure falsificate, sia a livello artigianale, con il ricorso a scanner e fotocopiatrici a colori, sia spesso con l'intervento a livello industriale di tipografie specializzate, che lasciano ipotizzare che, in un clima di esasperazione generale e di "polizzafobia", una polizza su tre é fasulla (800.000 quelle stimate in circolazione). Infine, proprio da una recente indagine estesa a tutto il territorio nazionale (commissionata dall'Ania al Cirm-ndr), è emerso che la maggioranza degli intervistati che ha ammesso di richiedere rimborsi superiori al danno subìto risiede al Centro (53,8%). E le istituzioni? Stanno a guardare |
|
||