MONFALCONE. Pubblichiamo qui di
seguito una lettera inviata da una signora triestina al questore,
lettera che offre alla Polizia lo spunto per dare, tramite nostro,
ai cittadini che dovessero trovarsi in situazioni analoghe alcuni
preziosi consigli.
«Illustrissimo signor questore questo il testo della
missiva Le scrivo per complimentarmi con Lei e con la
polizia di Gorizia. Vivo a Trieste, ma qualche volta mi reco
a Monfalcone a trovare mia madre. Nel pomeriggio di sabato quattro
gennaio sono andata a fare la spesa nel nuovo centro commerciale
Emisfero e nel momento in cui mi sono avviata a riprendere la
mia auto ho avuto lamara sorpresa di non trovarla dove
lavevo parcheggiata. Riconosco di essere una persona molto
apprensiva e mi sono agitata più del dovuto. Ho subito
telefonato al 113 e mi ha risposto una poliziotta che è
riuscita a tranquillizzarmi; mi ha chiesto di raccontarLe cosa
fosse accaduto, poi mi ha rassicurato che avrebbe immediatamente
iniziato le ricerche. Mi sono sentita persa, la mia macchina,
seppur modesta trattandosi di una Lancia Y, era stata rubata.
Ho chiamato nuovamente il 113 e ho parlato ancora con la polizotta,
la quale mi ha dedicato tutto il suo tempo. Mi ha domandato quanto
carburante ci fosse nellauto; il serbatoio era quasi vuoto
ed ero certa di non averla parcheggiata in divieto. Mi spiega
che in ogni caso non si doveva escludere la possibilità
che fosse stata rimossa dai Vigili Urbani o dai carabinieri.
Aveva già telefonato alla polizia comunale di Monfalcone
e al carroattrezzi e le mie speranze di ritrovare lauto
si indebolivano ogni istante di più, così non sono
riuscita a trattenere le lacrime. La poliziotta mi ha consigliato
di rimanere inerte ad attendere larrivo dellauto
della polizia. Anzi, sarebbe stato più opportuno girare
in zona perché molto probabilmente i ladri lavrebbero
abbandonata subito notando il serbatoio in riserva, per giunta
in un giorno prefestivo. Impossibile spiegare lemozione
che ho provvato nel ritrovarla a poche centinaia di metri dal
parcheggio. Ho telefonato ancora una volta al 113 ringraziando
della disponibilità e soprattutto della comprensione;
in momenti come questi si apprezza immensamente la gentilezza
che mi ha aiutata a rimanere lucida, quando, in un primo momento,
mi sentivo persa. Ho domandato alla poliziotta il proprio nome
per poterLa incontrare e ringraziare di persona, ma mi ha risposto
che poteva solo darmi il codice e che comunque non era necessario.
Per questo motivo mi sono sentita in dovere di ringraziare formalmente
complimentandomi per la preparazione del personale di Polizia.
Ancora mille grazie».
Ebbene, la Questura rammenta a tutti coloro che si rivolgono
al 113 per denunciare un furto o segnalare altri problemi di
fornire alloperatore ogni possibile dettaglio, in modo
tale da metterlo in condizioni di organizzare il servizio.
Va rilevato altresì, osserva la polizia, come il 113 rappresenti
unutile e indispensabile contatto con le istituzioni
in momenti di difficoltà. E spesso, come è accaduto
nel caso della signora triestina, loperatore, oltre a diramare
le opportune disposizioni ai colleghi, è in grado di tranquillizzare
lutente. |