TRATTO DA:


I consigli per l’uso del servizio “113”

21 gennaio 2003
 
MONFALCONE. Pubblichiamo qui di seguito una lettera inviata da una signora triestina al questore, lettera che offre alla Polizia lo spunto per dare, tramite nostro, ai cittadini che dovessero trovarsi in situazioni analoghe alcuni preziosi “consigli”.
«Illustrissimo signor questore – questo il testo della missiva – Le scrivo per complimentarmi con Lei e con la polizia di Gorizia. Vivo a Trieste, ma qualche volta mi reco a Monfalcone a trovare mia madre. Nel pomeriggio di sabato quattro gennaio sono andata a fare la spesa nel nuovo centro commerciale Emisfero e nel momento in cui mi sono avviata a riprendere la mia auto ho avuto l’amara sorpresa di non trovarla dove l’avevo parcheggiata. Riconosco di essere una persona molto apprensiva e mi sono agitata più del dovuto. Ho subito telefonato al 113 e mi ha risposto una poliziotta che è riuscita a tranquillizzarmi; mi ha chiesto di raccontarLe cosa fosse accaduto, poi mi ha rassicurato che avrebbe immediatamente iniziato le ricerche. Mi sono sentita persa, la mia macchina, seppur modesta trattandosi di una Lancia Y, era stata rubata. Ho chiamato nuovamente il 113 e ho parlato ancora con la polizotta, la quale mi ha dedicato tutto il suo tempo. Mi ha domandato quanto carburante ci fosse nell’auto; il serbatoio era quasi vuoto ed ero certa di non averla parcheggiata in divieto. Mi spiega che in ogni caso non si doveva escludere la possibilità che fosse stata rimossa dai Vigili Urbani o dai carabinieri. Aveva già telefonato alla polizia comunale di Monfalcone e al carroattrezzi e le mie speranze di ritrovare l’auto si indebolivano ogni istante di più, così non sono riuscita a trattenere le lacrime. La poliziotta mi ha consigliato di rimanere inerte ad attendere l’arrivo dell’auto della polizia. Anzi, sarebbe stato più opportuno girare in zona perché molto probabilmente i ladri l’avrebbero abbandonata subito notando il serbatoio in riserva, per giunta in un giorno prefestivo. Impossibile spiegare l’emozione che ho provvato nel ritrovarla a poche centinaia di metri dal parcheggio. Ho telefonato ancora una volta al 113 ringraziando della disponibilità e soprattutto della comprensione; in momenti come questi si apprezza immensamente la gentilezza che mi ha aiutata a rimanere lucida, quando, in un primo momento, mi sentivo persa. Ho domandato alla poliziotta il proprio nome per poterLa incontrare e ringraziare di persona, ma mi ha risposto che poteva solo darmi il codice e che comunque non era necessario. Per questo motivo mi sono sentita in dovere di ringraziare formalmente complimentandomi per la preparazione del personale di Polizia. Ancora mille grazie».
Ebbene, la Questura rammenta a tutti coloro che si rivolgono al 113 per denunciare un furto o segnalare altri problemi di fornire all’operatore ogni possibile dettaglio, in modo tale da metterlo in condizioni di organizzare il “servizio”. Va rilevato altresì, osserva la polizia, come il 113 rappresenti un’utile e indispensabile “contatto” con le istituzioni in momenti di difficoltà. E spesso, come è accaduto nel caso della signora triestina, l’operatore, oltre a diramare le opportune disposizioni ai colleghi, è in grado di tranquillizzare l’utente.
 
 

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