TRATTO DA:


CRONACA
Venerdì 02 Marzo 2001

E' emergenza in città per le migliaia le vetture da rottamare o sequestrate

Una marea di auto abbandonate

Alessandro Mondo

Torino ridotta ad uno sterminato cimitero di auto abbandonate, con le strade punteggiate di rottami che - in assenza di rapide soluzioni -, nessuno è più in grado di smaltire.
La minaccia prende corpo ogni giorno. Fra le spie di un'emergenza annunciata, i numeri dei veicoli «in sonno» - circa tremila, secondo il Comune -, e la sostanziale interruzione da gennaio del servizio di recupero ad opera dei vigili urbani, strangolati dall'assenza di spazi nei quali ricoverare centinaia di rugginosi reperti segnalati ogni giorno dai cittadini.
Saturate le depositerie di corso Brescia e strada Druento, si è cercato di guadagnare un po di respiro trasferendo parte delle lamiere nella sezione dismessa dei vigili in via Caltanissetta. Ma il tampone non reggerà a lungo: tempo poche settimane e anche questo spazio rigurgiterà di auto, furgoni e moto che i proprietari hanno abbandonato da anni (talora decenni) all'incuria del tempo e alle attenzioni dei vandali, o che non si premurano di ritirare dai vigili.

Da qui il vertice previsto a breve fra il Comune, i rappresentanti della Polizia municipale e i dirigenti Amiat: nell'occasione, sarà formalizzata l'elezione a nuova depositeria di un'area in via Traves non utilizzata dal macello. Investimento da nove miliardi.

A giustificarlo, la «passerella» che solo nello spazio lungo strada Druento riassume la storia dell'automobile negli ultimi quarant'anni. Sfilata di polverosi e rugginosi bidoni di tutte le marche e dimensioni - oggetto di sequestri giudiziari o semplicemente abbandonati al loro destino dall'ultimo proprietario -, integrati da altri ingombri: come i cumuli di fibre di rame rubate dagli zingari negli stabilimenti industriali dismessi e a questi sequestrate prima della rivendita, ma anche le componenti di auto rubate rinvenute nei depositi di rottamatori abusivi.

Ma c'è dell'altro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la disposizione del fermo amministrativo dell'auto in depositeria per chi viene sorpreso a guidare con la patente scaduta: da 60 a 90 giorni. Vetture perfettamente funzionanti, spesso in buone condizioni, parcheggiate a fianco di catorci più o meno vetusti.
Nel giro di un anno ne sono arrivate 700-750 - spiegano da strada Druento -, 200 delle quali non sono mai state ritirate dai proprietari una volta scaduti i termini del fermo. Fra le ragioni dell'abbandono, la paura di incorrere in nuove grane ma anche i costi del deposito: 8 mila lire al giorno dal primo al dodicesimo giorno, 5.290 dal tredicesimo al quarantesimo, cifra che scende a 4 mila lire dal quarantesimo giorno in avanti (diverse le tariffe per camion e moto).
Fatti due conti, c'è chi prova a defilarsi, abbandonando vetture con poco mercato e i primi acciacchi nelle mani dei vigili. Né la delega concessa dalla Prefettura per esercitare il fermo al domicilio dell'interessato risolve il problema.

«E' un provvedimento eccezionale - spiega il vicecomandante Giovanni Salvatico, dirigente del settore Viabilità -, che applichiamo con estrema cautela tenendo conto della correttezza del soggetto unita alla sua disponibilità di spazio. In questo caso i vigili guidano la macchina a casa del proprietario inadempiente, parcheggiandola nel box o nel cortile indicato: qui resterà per tutta la durata del provvedimento, non prima di essere stata sigillata. In aggiunta, annotiamo il chilometraggio».

Situazione utilizzata in poche decine di casi e del tutto irrilevante a fronte della iattura rappresentata da una norma di legge che finisce per intasare depositi già strapieni («anche per questo raccomandiamo agli automobilisti di tener d'occhio la scadenza della patente», ammonisce Salvatico).
Come strapieni sono gli spazi dei rottamatori convenzionati. Così il fermo amministrativo. Sul fronte preponderante delle auto abbandonate, invece, l'attuale «impasse» affonda le sue radici nei tempi lunghi della magistratura - tenuta ad autorizzare la rottamazione delle vetture -, e nel decreto Ronchi.

Per uscirne - spiegano da Palazzo civico -, si punta alla nuova area in via Traves e ad una modifica del decreto che impegna la Prefettura a individuare nuovi demolitori autorizzati, sveltendo le procedure. In caso contrario, una marea di lamiere ci sommergerà.


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