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La Polstrada sbroglia la matassa di ricettazione e falsi documenti Tutti i retroscena di un'inchiesta durata quattro anni e conclusa con due arresti |
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GARLASCO. Dopo gli arresti e le
indagini che hanno portato la procura di Vigevano a sgominare
un'organizzazione che trafficava in auto rubate e documenti falsi,
si scoprono poco a poco i retroscena di un'inchiesta complessa
avviata dalla squadra Pg della polizia stradale. Tutto nasce nel 1997 quando una pattuglia della polizia stradale di Vigevano ferma un'auto e controlla i documenti del conducente. La patente ha qualcosa che non va, viene inviata al comando per gli accertamenti del caso e lavorando di pazienza e computer la Polstrada scopre che il documento è falso. La patente è ben fatta, molto ben fatta, ma i dettagli del falso non sfuggono agli agenti della Polstrada che incastrano la prima tessera di un 'indagine destinata a durate ancora per anni. Dal 1997 al 2002 la squadra di polizia giudiziaria della polizia stradale raccoglie molte altre segnalazioni, a decine. E tutte in qualche modo riconducono all'attività di Massimo Decontardi, titolare di un 'officina-carrozzeria di Garlasco che nel corso degli anni si sposterà a Carbonara Ticino e poi a Pavia. Le indagini si allargano, inizia la collaborazione con i carabinieri e i fascicoli aumentano. Oltre ai documenti falsi, la Polstrada scopre strani giri con auto che vengono reimmatricolate alla motorizzazione civile ma che, si scoprirà in seguito, sono in realtà auto rubate alle quali sono state applicate nuove targhe e numeri di matricola. Targhe, libretti e numeri di matricola che appartengono ad altre auto dello stesso modello, demolite clandestinamente oppure date alle fiamme per farne sparire le tracce. Proprio da un'auto ritrovata bruciata nel Piacentino si apre un secondo filone di indagini. La svolta arriva quando il sostituto procuratore di Vigevano Piero Basilone decide di riunire tutti i fascicoli intestati a Decontardi in un'unica indagine: la squadra di Pg della stradale compie le ultime perquisizioni e trova documenti in bianco (libretti e patenti) e una macchina da scrivere compatibile con quella usata per compilare i documenti falsi, e tira le fila del riciclaggio di auto. Siamo ormai all'altro giorno: ai polsi di Massimo Decontardi e del suo socio Mauro Rossi scattano le manette e le indagini si allargano a 15 persone che potrebbero essere implicate nel giro di documenti falsi, auto e motocicli taroccati. Le indagini, però, proseguono: si deve chiarire il ruolo di tutte le persone che sono entrare nell'inchiesta. Si va dalle vittime di truffa (chi otteneva in buona fede false attestazioni di avvenuta revisione) ai complici che "ordinavano" un'auto taroccata o collaboravano nella distruzione di auto le cui targhe coprivano il meccanismo di riciclaggio. |
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