TRATTO DA:


Truffa a compagnie assicurative
Denunce di furti per auto mai rubate con timbri fasulli
 

4 dicembre 2002
 
Denunce di furti di auto con tanto di timbro della questura di Salerno e firma dell'ispettore di turno. Certificati di chiusura inchiesta emessi dal tribunale che venivano inseriti nel fascicolo da inviare a primarie compagnie assicurative, costrette a risarcire danni per migliaia di euro. Tutta una truffa perché i furti erano fasulli, come l'intera documentazione che veniva prodotta per accedere alle coperture assicurative. Un raggiro, quello messo in piedi da quattro persone di Castellammare di Stabia (tra cui il tipografo che si occupava di produrre le scartoffie posticce), che ha avuto come scenario la city. Sono stati gli uomini delle volanti diretti da Rosanna Trimarco, su delega del pm Lo Mastro a cui è stato assegnato il caso, ad avviare una indagine dopo aver scoperto almeno sei denunce false. I timbri palesemente contraffatti e, addirittura, la firma del funzionario della questura che è preposto a sbrigare questo tipo di pratiche che, però, nel giorno in cui sarebbero stati presentati i documenti, non era in servizio. I quattro indagati, denunciati per truffa e falso, sono stati raggiunti dalle informazioni di garanzia e le loro abitazioni sono state perquisite dalle forze dell'ordine (in una di esse è stata ritrovata anche una pistola calibro 38, legalmente detenuta, che è stata sequestrata insieme a numerosi proiettili non dichiarati). Nella tipografia, nella quale gli inquirenti sospettano che venissero stampati i documenti fasulli, gli uomini delle volanti hanno trovato materiale ritenuto molto interessante per il proseguio dell'indagine. Secondo i primi accertamenti, con Salerno che sarebbe soltanto una delle città individuate dal gruppo per denunciare fantomatici furti di auto che, in realtà, non erano mai state rubate, le compagnie assicurative prese di mira dal gruppo di napoletani avrebbe subito danni per centinaia di milioni di vecchie lire. Spesso i risarcimenti venivano liquidati direttamente nelle sedi centrali di Roma o Milano, dove risultava molto più difficile accertare la validità della documentazione presentata da chi denunciava di aver subito il furto dell'auto. Era stata una delle pratiche, con il timbro della questura e la firma dell'ispettore dell'ufficio palesemente contraffatte, a far scattare l'inchiesta delle forze dell'ordine e consentire di risalire ai quattro artefici della truffa. (m.s.)
 
 

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