Denunce di furti di auto con tanto
di timbro della questura di Salerno e firma dell'ispettore di
turno. Certificati di chiusura inchiesta emessi dal tribunale
che venivano inseriti nel fascicolo da inviare a primarie compagnie
assicurative, costrette a risarcire danni per migliaia di euro.
Tutta una truffa perché i furti erano fasulli, come l'intera
documentazione che veniva prodotta per accedere alle coperture
assicurative. Un raggiro, quello messo in piedi da quattro persone
di Castellammare di Stabia (tra cui il tipografo che si occupava
di produrre le scartoffie posticce), che ha avuto come scenario
la city. Sono stati gli uomini delle volanti diretti da Rosanna
Trimarco, su delega del pm Lo Mastro a cui è stato assegnato
il caso, ad avviare una indagine dopo aver scoperto almeno sei
denunce false. I timbri palesemente contraffatti e, addirittura,
la firma del funzionario della questura che è preposto
a sbrigare questo tipo di pratiche che, però, nel giorno
in cui sarebbero stati presentati i documenti, non era in servizio.
I quattro indagati, denunciati per truffa e falso, sono stati
raggiunti dalle informazioni di garanzia e le loro abitazioni
sono state perquisite dalle forze dell'ordine (in una di esse
è stata ritrovata anche una pistola calibro 38, legalmente
detenuta, che è stata sequestrata insieme a numerosi proiettili
non dichiarati). Nella tipografia, nella quale gli inquirenti
sospettano che venissero stampati i documenti fasulli, gli uomini
delle volanti hanno trovato materiale ritenuto molto interessante
per il proseguio dell'indagine. Secondo i primi accertamenti,
con Salerno che sarebbe soltanto una delle città individuate
dal gruppo per denunciare fantomatici furti di auto che, in realtà,
non erano mai state rubate, le compagnie assicurative prese di
mira dal gruppo di napoletani avrebbe subito danni per centinaia
di milioni di vecchie lire. Spesso i risarcimenti venivano liquidati
direttamente nelle sedi centrali di Roma o Milano, dove risultava
molto più difficile accertare la validità della
documentazione presentata da chi denunciava di aver subito il
furto dell'auto. Era stata una delle pratiche, con il timbro
della questura e la firma dell'ispettore dell'ufficio palesemente
contraffatte, a far scattare l'inchiesta delle forze dell'ordine
e consentire di risalire ai quattro artefici della truffa. (m.s.) |