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Malpensa, svaligiato deposito d'auto

Una banda di professionisti ha messo a segno un colpo miliardario. Hanno derubato le auto di lusso parcheggiate in un autonoleggio dell'aeroporto. E non hanno lasciato alcuna traccia.
di Michele Perla
 

8 novembre 2001 
 

MILANO - Furto miliardario ieri notte a Malpensa. Una banda di ladri ha svaligiato buona parte del deposito dell’Autoservizi Maggiore, portandosi via più di venti automobili di prestigio per un valore commerciale complessivo che supera il miliardo.
Un colpo realizzato da professionisti che non ha lasciato tracce. Difficile quindi anche per i carabinieri di Busto Arsizio, che indagano sull’episodio, ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Dai primi accertamenti sembrerebbe che un paio di ladri abbiano scavalcato i cancelli della ditta che svolge la sua attività nell’aeroporto di Malpensa, e poi abbiano dato il via libera al resto della banda dopo aver forzato la serratura dell’entrata. A quel punto, e con tutta calma, hanno portato via dal deposito dell’Autonoleggio, che si trova in una zona isolata, le auto più costose.

I ladri non hanno avuto neanche il problema di mettere in moto le macchine, perché le chiavi che si trovavano appese a un quadro in ufficio, con tanto di targhe di riferimento. Non è stato invece ancora appurato se le auto siano state caricate a bordo di un camion, oppure se il “commando” era talmente numeroso da impegnare tutti i malviventi alla guida dei veicoli rubati.

Secondo le prime ipotesi potrebbe essersi trattato di un colpo su commissione, e non sarebbe il primo fra quelli che si sono registrati negli ultimi tempi nel castanese, in particolare nella zona dell’aeroporto. Forse dietro al furto c’è una gang specializzata nel riciclaggio all’estero delle macchine rubate. I modelli sottratti (Jaguar, Mercedes, Bmw) sono infatti fra quelli più richiesti soprattutto nei Paesi che si affacciano sull’Adriatico, ed in particolar modo in Albania.

Nella zona nessuno si è accorto di nulla e il furto è stato scoperto soltanto al mattino, quando i dipendenti della società, recatisi a lavoro, si sono accorti del cancello forzato e del deposito semivuoto.

 
 

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