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Due nomadi sorpresi dai carabinieri all’appuntamento con la derubata: già arrestati per tentata estorsione

Minorenni rubano un’auto e vogliono soldi per restituirla

Il furto a Sarcedo
Gli zingari prendono la "Peugeot" dove era rimasto un cellulare La donna stabilisce un contatto e avvisa subito i militari che tendono la trappola

21 gennaio 2003
 
Rubano un’auto e per restituirla chiedono 500 euro. Ma all’appuntamento con la proprietaria, si presentano anche i carabinieri che li arrestano con l’accusa di estorsione. Nei guai sono finiti due minorenni nomadi, entrati in azione a Sarcedo scegliendo per il loro "affare" una giovane donna valdagnese. Sono stati bloccati grazie alla collaborazione della vittima che, sabato mattina, presa dal panico ed intimorita dalle minacce ricevute al telefono, si è presentata in caserma per chiedere aiuto e denunciare quanto accaduto.
I militari dell’Arma della compagnia di Valdagno, coordinati dal ten. Corrado Catesi, hanno chiuso il cerchio attorno agli estorsori, dopo aver guidato Anna (nome di fantasia della sfortunata protagonista della vicenda) nelle conversazioni telefoniche con gli estorsori e dopo averla seguita fino al luogo in cui sarebbe dovuta avvenire la restituzione dell’auto in cambio del denaro.
Tutto inizia sabato mattina, quando A.A. 16 anni e M.R. 14, domiciliati in un campo nomadi del Vicentino, mettono a segno un colpo all’interno del Circolo sportivo comunale di Sarcedo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dagli spogliatoi portano via monili d’oro e d’argento ed anche un orologio. Una volta fuori, poi, rubano una Peugeot "206" parcheggiata nel piazzale antistante.
Proprietaria dell’auto è Anna, che cerca subito di mettersi in contatto con i ladri telefonando al cellulare di un’amica lasciato in macchina. Solo dopo vari tentativi, riesce ad ottenere risposta da uno dei due nomadi che, per la restituzione chiede 300 euro. A questo punto si presenta in caserma, per raccontare tutto ai carabinieri, che iniziano le indagini non sospettando di trovarsi di fronte a minorenni. Anche perché Anna conferma di aver parlato con persone decise, che avevano già fatto intendere di non scherzare e di volere un cifra consistente in cambio della restituzione della Peugeot.
Le ore passano ed in una successiva telefonata la somma sale a 500 euro. Concordato il luogo dello scambio, i due le dicono di presentarsi sola e di non avvisare i carabinieri. Solo una volta ottenuto il denaro le avrebbero fatto sapere dove poter trovare l’auto.
La delicata trattativa porta però Anna a convincerli di effettuare subito lo scambio nel posto scelto e cioè al cimitero di Levà di Montecchio Precalcino. In questo modo avrebbe avuto la garanzia di recuperare il mezzo ed i militari dell’Arma sarebbero riusciti a prenderli con le mani nel sacco. All’appuntamento di domenica sera i due minorenni si presentano con una Fiat "Punto", poi risultata rubata. Ritirano il contante e chiedono ad Anna di seguirli in auto, così da portarla fino al luogo in cui avevano nascosto la Peugeot.
È a questo punto che i carabinieri escono allo scoperto, dopo aver seguito da vicino l’intera scena, bloccando gli estorsori che ora si trovano in un centro di prima accoglienza di Treviso su ordine del magistrato del tribunale dei minori di Venezia, la dott. Scorza, che ha convalidato gli arresti.
 
 

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