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Gli clonano la targa, è multato E lui denuncia i vigili di Napoli |
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Un telegiornale della sera qualche
giorno fa ha mostrato una cosa molto interessante. Indubbiamente
uno scoop, cioè ha mostrato due "Y10" che differivano
solo per il colore, perchè le targhe erano perfettamente
identiche. Ovvero erano, come si suol dire, clonate. Però non sono una novità, nemmeno a Vicenza, le multe inflitte, in giro per lItalia a ignari automobilisti che dalla nostra provincia negli ultimi tempi non si sono mai mossi, ma ai quali qualcuno ha copiato (non si sa come) i numeri identificativi dellauto. Invece è indubbiamente "nuovo" il modo di contestare la multa. Renzo Piccolo, "pizzicato" a sua insaputa a Napoli, oltre a inoltrare ricorso al prefetto vesuviano, domani presenta un esposto in procura a Vicenza contro la polizia municipale partenopea, chiedendo anche, a chi sia incorso nella stessa "disavventura", di accodarsi. Insomma si tratta di una risposta originale, che potrebbe "far scuola" in campo nazionale. In città Piccolo non ha bisogno di presentazioni. Ex insegnante di "Lampertico" e "Rossi", rappresentante del movimento politico federalista "Unione", da trentanni attore della compagnia teatrale "Emanuele Zuccato" di Polegge, presidente della cassa peota "Serenissimo leon" di Caldogno, segretario della "Serenissima accademia veneta" e membro della commissione cultura dell associazione "Vicentini nel mondo", quando cè da combattere contro ciò che ritiene uningiustzia non è tipo da tirarsi indietro. E ciò che gli è accaduto in questi giorni lo ha sospinto subito in trincea. A suonargli la "carica" è stata la raccomandata ricevuta giovedì scorso. Dentro cè un verbale di contravvenzione redatto dal comando della polizia municipale di Napoli con relativo bollettino di pagamento di 32 euro e 44 centesimi. Quello che gli viene contestato lo fa trasecolare: la sua auto, una Bmw 318, è stata sorpresa senza disco orario alle 17,20 del 9 aprile in via Raffaele Stasi lungo la quale invece il disco è obbligatorio. Racconta: «Gli estremi della vettura sono esatti, ma, lo giuro, in sessantadue anni a Napoli non ci sono mai stato: ci sono passato solo in treno tanto tempo fa quando sono andato a Messina». Però Piccolo, che guarda la tv e legge i giornali, intuisce subito ciò che può essere successo. Anzi ne è certo: «Ormai la storia delle targhe clonate non meraviglia più nessuno. Solo nel mio quartiere, che è quello di S. Bortolo, i vicentini, multati in città che nemmeno conoscono, saranno negli ultimi mesi otto o nove. I sistemi variano di poco: i numeri del telaio di una macchina rubata vengo abrasi e cambiati, poi vengono falsificati libretto di circolazione, bollo auto e assicurazione, sui quali vengono riportati gli estremi di unauto "pulita". Pochi giorni fa un telegiornale ha dato la notizia della scoperta di due stamperie clandestine a Milano». Infatti telefona a Napoli ed espone il suo caso al vicecomandante dei vigili urbani, il quali non cade certo dalle nuvole: «Non si preoccupi - lo rassicura -. Si tratta della solita clonazione, mi mandi la documentazione che lei qui non cè mai venuto e tutto si accomoda» Ma Renzo Piccolo ha anche una grande fortuna: non si muove senza lasciare un appunto sulla sua agenda. Sulla quale, infatti, trova due righe che tagliano la testa al toro: il 9 aprile alle 17 si era recato con lassessore comunale ai servizi sociali Sante Sarracco a Polegge per un sopralluogo al locale teatro, tra laltro assieme anche ad altre persone che possono essere chiamate a testimoniare. Non aspetta tempo e corre in questura, dove, accompagnato dallo stesso assessore, denuncia laccaduto. Spiega: «Una precauzione necessaria, perchè se il tizio che a Napoli gira con una vettura munita di targa identica alla mia compie una rapina o travolge qualcuno, la prima persona chiamata in causa sarei io». Il suo legale, lavv. Onorio Piazza, manda copie della denuncia al prefetto e ai vigili napoletani per far annullare la multa, ma questo non lo soddisfa del tutto. Vorrebbe anche chiedere al Comune vesuviano i danni morali e materiali (ha perso tempo e il ricorso qualcosa costa) ma il legale lo dissuade (sarebbe una pazzia) e gli suggerisce unazione alternativa: un esposto alla procura di Vicenza contro i vigili partenopei che nel rilevare e nel contestargli la contravvenzione sono stati "superficiali" perchè non hanno indicato che tipo di auto era quella che il 9 aprile è stata sorpresa in via Stasi senza disco orario. Precisa: «A me questo scherzetto costa mezzo milione e una giornata di lavoro, questa storia delle targhe clonate deve finire. Non siamo sudditi, ma cittadini che sono stanchi di buttar via tempo e denaro per dimostrare la propria innnocenza». E Renzo Piccolo a questo punto veste i panni... di Zorro. Cioè chiama a "raccolta" tutti i vicentini che hanno ricevuto verbali di contravvenzione da Napoli perchè sottoscrivano lesposto che andrà a depositare domani a palazzo di giustizia. |
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