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Renzo Piccolo, politico e attore teatrale, ricevuto il verbale dalla città vesuviana ingaggia un’insolita battaglia

Gli clonano la targa, è multato E lui denuncia i vigili di Napoli

di S.S.

09 settembre 2002
 
Un telegiornale della sera qualche giorno fa ha mostrato una cosa molto interessante. Indubbiamente uno scoop, cioè ha mostrato due "Y10" che differivano solo per il colore, perchè le targhe erano perfettamente identiche. Ovvero erano, come si suol dire, clonate.
Però non sono una novità, nemmeno a Vicenza, le multe inflitte, in giro per l’Italia a ignari automobilisti che dalla nostra provincia negli ultimi tempi non si sono mai mossi, ma ai quali qualcuno ha copiato (non si sa come) i numeri identificativi dell’auto. Invece è indubbiamente "nuovo" il modo di contestare la multa. Renzo Piccolo, "pizzicato" a sua insaputa a Napoli, oltre a inoltrare ricorso al prefetto vesuviano, domani presenta un esposto in procura a Vicenza contro la polizia municipale partenopea, chiedendo anche, a chi sia incorso nella stessa "disavventura", di accodarsi. Insomma si tratta di una risposta originale, che potrebbe "far scuola" in campo nazionale. In città Piccolo non ha bisogno di presentazioni. Ex insegnante di "Lampertico" e "Rossi", rappresentante del movimento politico federalista "Unione", da trent’anni attore della compagnia teatrale "Emanuele Zuccato" di Polegge, presidente della cassa peota "Serenissimo leon" di Caldogno, segretario della "Serenissima accademia veneta" e membro della commissione cultura dell’ associazione "Vicentini nel mondo", quando c’è da combattere contro ciò che ritiene un’ingiustzia non è tipo da tirarsi indietro. E ciò che gli è accaduto in questi giorni lo ha sospinto subito in trincea. A suonargli la "carica" è stata la raccomandata ricevuta giovedì scorso. Dentro c’è un verbale di contravvenzione redatto dal comando della polizia municipale di Napoli con relativo bollettino di pagamento di 32 euro e 44 centesimi. Quello che gli viene contestato lo fa trasecolare: la sua auto, una Bmw 318, è stata sorpresa senza disco orario alle 17,20 del 9 aprile in via Raffaele Stasi lungo la quale invece il disco è obbligatorio. Racconta: «Gli estremi della vettura sono esatti, ma, lo giuro, in sessantadue anni a Napoli non ci sono mai stato: ci sono passato solo in treno tanto tempo fa quando sono andato a Messina».
Però Piccolo, che guarda la tv e legge i giornali, intuisce subito ciò che può essere successo. Anzi ne è certo: «Ormai la storia delle targhe clonate non meraviglia più nessuno. Solo nel mio quartiere, che è quello di S. Bortolo, i vicentini, multati in città che nemmeno conoscono, saranno negli ultimi mesi otto o nove. I sistemi variano di poco: i numeri del telaio di una macchina rubata vengo abrasi e cambiati, poi vengono falsificati libretto di circolazione, bollo auto e assicurazione, sui quali vengono riportati gli estremi di un’auto "pulita". Pochi giorni fa un telegiornale ha dato la notizia della scoperta di due stamperie clandestine a Milano». Infatti telefona a Napoli ed espone il suo caso al vicecomandante dei vigili urbani, il quali non cade certo dalle nuvole: «Non si preoccupi - lo rassicura -. Si tratta della solita clonazione, mi mandi la documentazione che lei qui non c’è mai venuto e tutto si accomoda»
Ma Renzo Piccolo ha anche una grande fortuna: non si muove senza lasciare un appunto sulla sua agenda. Sulla quale, infatti, trova due righe che tagliano la testa al toro: il 9 aprile alle 17 si era recato con l’assessore comunale ai servizi sociali Sante Sarracco a Polegge per un sopralluogo al locale teatro, tra l’altro assieme anche ad altre persone che possono essere chiamate a testimoniare.
Non aspetta tempo e corre in questura, dove, accompagnato dallo stesso assessore, denuncia l’accaduto. Spiega: «Una precauzione necessaria, perchè se il tizio che a Napoli gira con una vettura munita di targa identica alla mia compie una rapina o travolge qualcuno, la prima persona chiamata in causa sarei io». Il suo legale, l’avv. Onorio Piazza, manda copie della denuncia al prefetto e ai vigili napoletani per far annullare la multa, ma questo non lo soddisfa del tutto. Vorrebbe anche chiedere al Comune vesuviano i danni morali e materiali (ha perso tempo e il ricorso qualcosa costa) ma il legale lo dissuade (sarebbe una pazzia) e gli suggerisce un’azione alternativa: un esposto alla procura di Vicenza contro i vigili partenopei che nel rilevare e nel contestargli la contravvenzione sono stati "superficiali" perchè non hanno indicato che tipo di auto era quella che il 9 aprile è stata sorpresa in via Stasi senza disco orario. Precisa: «A me questo scherzetto costa mezzo milione e una giornata di lavoro, questa storia delle targhe clonate deve finire. Non siamo sudditi, ma cittadini che sono stanchi di buttar via tempo e denaro per dimostrare la propria innnocenza».
E Renzo Piccolo a questo punto veste i panni... di Zorro. Cioè chiama a "raccolta" tutti i vicentini che hanno ricevuto verbali di contravvenzione da Napoli perchè sottoscrivano l’esposto che andrà a depositare domani a palazzo di giustizia.
 
 

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