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Albania e Ghana, la rotta delle auto rubate
   

A Durazzo fermato Tir carico di vetture di lusso pronte per essere scambiate con eroina
   

 Gergolet Mara
   

giovedì , 26 aprile 2001
   
 

Albania e Ghana, la rotta delle auto rubate A Durazzo fermato Tir carico di vetture di lusso pronte per essere scambiate con eroina.
Colpi su commissione. Ordinati dall'altra sponda dell'Adriatico. O ancora più lontano, nel cuore dell'Africa australe. Le indagini sulle rapine delle Mercedes nel Milanese e in tutta la Lombardia stanno svelando uno spaccato di globalizzazione del crimine. «Sono reati su commissione - dice il procuratore capo di Brescia Giancarlo Tarquini - realizzati da gruppi con una struttura definita, molto organizzati». E talmente forti, che le auto di lusso sono solo una delle pedine che muovono sullo scacchiere del crimine organizzato internazionale. Scambiandole per altri pezzi. Come eroina. E' questa l' ultima pista che seguono gli inquirenti. Le Mercedes finiscono in Albania e in Kosovo, a quegli stessi clan che gestiscono anche lo smercio di droga. Le auto vengono pagate direttamente con partite di stupefacenti. Da spacciare poi in Italia, a prezzi altissimi: doppio crimine, doppi profitti.
Non è l' unica rotta seguita dai trafficanti di Mercedes. I magistrati hanno disegnato altre due tratte. La prima parte da Genova e si conclude in Ghana e altri Paesi dell'Africa occidentale. La seconda fila verso Timisoara in Romania. Ma è la pista barese che dà al fenomeno dimensioni nuove: una rotta, che ha trovato la prima conferma da un sequestro alla dogana.
Durazzo, Albania, 22 marzo. IL SEQUESTRO - Quando la guardia di Finanza italiana apre il container indirizzato a un albanese del Kosovo, Ametaj Nimad, non trova vestiti o medicinali, come dice la bolla di spedizione. Trova tre Mercedes: due 500 e una 320 Cl. Rapinate con un' irruzione in villa tra il 17 e il 19 marzo, appena 5 giorni prima, a Oggiono, Erba e Manerbio. Sono gioiellini che valgono complessivamente 700 milioni. Anche per Durazzo, dove la frontiera «bucata» ha permesso di accatastare duemila automobili contrabbandate, il carico è strano. Troppo alta la posta per il giro di auto clandestine. C'è senz'altro, pensano al comando di Bari delle «Fiamme gialle», un committente. E ne disegnano subito il profilo: «Visti i modelli, è probabile che le Mercedes fossero destinate a un trafficante per essere direttamente scambiate con l' eroina». Il sequestro sembra la fotocopia di un' analoga azione, compiuta a Bari il 4 novembre. Furono confiscate tre Mercedes da 200 milioni ciascuna, provenivano dalle rapine in villa nella Brianza e in provincia di Brescia, erano sempre trasportate su camion umanitari. Unica variazione: c'erano anche 8 pistole, 6 fucili, 700 proiettili. Armi destinate ai fares, i clan della mafia skipetara.

L' IPOTESI ALBANESE - «E' un uso consolidato tra i clan mafiosi in Albania, ma anche tra clan di organizzazioni diverse, quello di scambiare macchine di lusso per l'eroina», dice il colonnello della guardia di Finanza di Bari Giuseppe Alineri. Una Mercedes contro 4 o 5 chili di eroina. Che, rivenduta all'ingrosso in Italia, frutterà oltre 300 milioni: poi la polvere, tagliata e divisa in dosi, genererà profitti cinque volte superiori. Gli albanesi controllano oggi oltre il 70 per centro dell'eroina rivenduta in Europa: un giro da 3 mila miliardi. In un anno il loro fatturato e la quota di mercato sono raddoppiati. «E' chiaro che per un simile salto hanno dovuto trovare in gran fretta capitali nuovi - spiega Ivan Nicovic, ex capo della polizia jugoslava, ora collaboratore dell'Interpol - ed è certo che i furti delle Mercedes in Europa sono una fonte di finanziamento di diversi clan».

L' AFRICA E LA ROMANIA - Non tutte le «ammiraglie» rubate, però, finiscono in Albania. Esistono anche una via africana e una romena. Quest'ultima è stata svelata due giorni fa dalla procura di Udine. Decine di macchine trafugate in Lombardia sono state ritrovate a Timisoara e ad Arad, dove fiorisce uno dei mercati di auto rubate più ampi al mondo.
La seconda rotta, quella che da Genova porta in Ghana o nell'Africa Occidentale, è invece ormai ben ricostruita dai pm di Brescia e di Monza. Le macchine, rubate o rapinate vengono comprate dai ricettatori, per circa 10 milioni. Sono loro che organizzano le spedizione via mare (costo: 7 o 8 milioni), provvedendo ai trasporti. In un anno al porto genovese sono state sequestrate 88 vetture di lusso: valevano tra i 60 e 80 milioni ognuna. Ventidue i trafficanti arrestati: un marocchino, tre italiani, due del Togo e 16 ghanesi.
LE DUE VIE - Oltre all'assenza degli albanesi, c'è un altro particolare, sul versante «genovese», che balza agli occhi. La differenza delle commesse. Le macchine sequestrate in Liguria valevano 80 milioni. Quelle a Durazzo 200. Numeri che non appaiono casuali. Sembra quasi che le bande si dividano il mercato. Italiani e africani si muovono a livelli più bassi, rubando vetture di prezzo medio-alto senza correre rischi. Gli albanesi, più feroci e attrezzati, le rapinano armi in pugno. Puntando al top, quello che rende di più. E trasformano questa ricchezza in droga, da investire sul mercato della morte.

Mara Gergolet


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