FURTI D'AUTO: 211.208
NEL 2001, IL 5.2% IN MENO DEL 2000, MA DIMINUISCONO I RECUPERI
- Ogni giorno spariscono 580 veicoli;
24 ogni ora; ogni 3 minuti viene rubata un'automobile; ma i recuperi
calano dal 55,5% al 48,1%
- Le province più colpite:
Roma (36.575), Napoli (30.050), Milano (27.727, in netto calo),
Torino (13.601), Bari (10.297), Catania (6.387), Palermo (6.333);
le "isole felici": Val d'Aosta, Molise, Basilicata
e Trentino A. A.; netta controtendenza per Umbria, Molise, Marche
e Liguria, dove i furti aumentano
- Il fenomeno è in calo
anche nel 2001 grazie all'azione più incisiva ed alle
tecniche di prevenzione sempre più efficaci delle forze
dell'ordine, ma anche alla nuove e sofisticate tecnologie di
protezione e localizzazione
- Europol con le case automobilistiche
sta studiando nuovi strumenti per identificare i veicoli rubati
- Il Sottosegretario agli Interni
on. Alfredo Mantovano: "fenomeno di dimensioni inaccettabili"
- Le opinioni dei parlamentari sul fenomeno.
Roma, 5 agosto - Diminuiscono
del 5,2% i furti di automobili in Italia ma, purtroppo, aumentano
le vetture rubate e non più recuperate. L'automobile continua
così ad essere una delle prede più ambite dai ladri.
Lo scorso anno in Italia sono "sparite" ben 211.208
automobili, vale a dire quasi 580 veicoli al giorno. Ogni ora
24 automobili hanno "cambiato proprietario"; quasi
ogni tre minuti è "scomparsa" una vettura. È
quanto emerge dal consueto "Rapporto Annuale sui Furti d'Auto
in Italia", elaborato da Viasat e realizzato dal Cesc-Centro
Europeo di Studi Criminologici sui dati ufficiali, che per il
2001 registra una ulteriore flessione, precisamente del 5,2%,
del numero dei furti denunciati rispetto al 2000 (quando furono
222.872), ma anche un nefasto e preoccupante calo dei recuperi
delle auto rubate: la percentuale scende, infatti, dal 55,5%
al 48,1%: sono numerose le auto che ancora utilizzano, infatti,
mezzi ed impianti che non consentono la localizzazione che, invece,
rendono possibile il recupero in oltre il 90% dei casi.
L'anno scorso sono state infatti ritrovate 101.192 auto, il 48,1%
di quelle sottratte, rispetto alle 123.727 recuperate nel 2000
(il 55,5% del totale).
Molte le vetture destinate alla esportazione clandestina, in
particolare in Albania, nei Paesi arabi, Maghreb. Il 'giro d'affari'
dei furti andati a buon fine ha raggiunto, si può ritenere,
circa 5-6 miliardi di .
"La tendenza alla diminuzione dei furti nel 2001, che consolida
l'andamento decrescente degli ultimi anni, è stata registrata,
seppure con diverse percentuali, in tutta Italia, con l'eccezione
dell'Umbria (+15,8%), del Molise (+9,7%), delle Marche (+9,7%)
e della Liguria (+2,4%), in cui la crescita dei furti è
probabilmente connessa anche alla posizione geografica, che ne
facilita l'esportazione via mare", ha detto il dott. Massimo
Giusio, criminologo, direttore scientifico del CESC e coordinatore
del Rapporto Annuale.
Le conseguenze continuano ad essere pesanti, soprattutto per
le vittime che, secondo gli esperti comportamentali, "subiscono
un forte impatto per il furto", "restano spesso traumatizzate",
"rischiano la depressione", e soprattutto quando sono
gli anziani a subire l'episodio criminoso, questo può
addirittura "equivalere ad un lutto". Il furto dell'auto
non è solo un consistente danno patrimoniale, ma implica
rilevanti conseguenze umane e psicologiche, molto pesanti anche
in termini sociali.
"Secondo la Relazione Generale Annuale del CESC, le regioni
in vetta alla classifica per questo tipo di reati", ha detto
l'ing. Pierluigi Leone, amministratore delegato di Viasat, "sono
la Campania con 42.759 furti (-0,75% rispetto al 2000, in cui
erano stati 42.894), che ha scavalcato per la prima volta nel
primato la Lombardia (43.019 furti nel 2000, 38.542 nel 2001,
ben il 10,40% in meno rispetto all'anno precedente), il Lazio
(39.361), la Puglia (21.784), la Sicilia (17.310), il Piemonte
(16.136). In Liguria, invece, è elevatissima la percentuale
di recuperi: ben il 70,3% delle auto rubate, seguita da Emilia-Romagna
e Veneto (intorno al 67%); buona la percentuale dei recuperi
in Lombardia (50,4%), mentre nel Molise si recupera solo il 22%
delle auto trafugate ai proprietari".
"Tra le province più a rischio", ha aggiunto
Leone, "in testa resta Roma (con 36.575 furti), seguita
da Napoli (30.050), che così nel 2001 ha scavalcato Milano
(che scende, con un dato particolarmente interessante, a 27.727),
Torino (con 13.601 furti che, quindi, non sono diminuiti) e Bari
(10.297). E poi ci sono le 'isole felici', ossia le realtà
regionali a minor rischio: la Valle d'Aosta (56 furti con ben
38 recuperi), il Molise (249), il Trentino-Alto Adige (376);
tra quelle provinciali, Belluno (40 furti), Sondrio (54), Gorizia
(70 furti e ben 53 recuperi)".
Per gli autotreni, la flessione è più contenuta,
con una situazione costante che si pone tra i 5.000 e 5.200 furti
l'anno da un quinquennio. Rilevante la situazione statistica
per i motocicli, con un dato abbastanza simile agli anni precedenti.
L'automobile più rubata in assoluto nel 2001 continua
ad essere la Fiat Uno, con 39.250 furti (ma si pensi che fino
a due o tre anni fa erano circa sessantamila); seguono Fiat Punto
(11.694), Autobianchi Y10 (11.524), Fiat Panda (8.210), VW Golf
(6.912) e Fiat Cinquecento (6.229). Seguono, sempre in termini
assoluti, anche Ford Fiesta e Fiat Tipo. Sul totale delle auto
rubate, circa 1 su 5 è proprio una "Uno".
In termini di percentuali di furti sul circolante, ai primi posti
restano sempre le Mercedes 600 (1 su 5 è oggetto di furto),
le BMW serie 8 e 7, le Bravo e Brava, seguono Jaguar e Ferrari.
Nel dettaglio tecnico-scientifico, "l'esame statistico criminologico
generale dei dati definitivi del 2001, valutato diacronicamente
rispetto all'andamento quantitativo dei furti d'auto in Italia
nell'ultimo trentennio", ha spiegato Massimo Giusio, "rivela
come le cifre relative al 2001 siano le più basse in assoluto
dal 1988, anno in cui, però, il parco auto nazionale era
intorno ai 25,2 milioni, ben 7 milioni circa meno di oggi, quando
le automobili in circolazione sono più di 33 milioni.
Si mantiene, invece, sostanzialmente stabile, salvo qualche variazione
sensibile in alcune regioni, il numero di furti di camion, di
camper e di motocicli".
"Il tasso di diminuzione, intorno al 5,2%, deve però
tenere conto che nel 2000 vi era stato un decremento clamoroso,
intorno al 15% appunto, dei furti d'auto, per cui, complessivamente,
valutando i dati dal 1998 si assiste comunque, in termini criminologici
generali, ad un decremento nazionale di questo tipo di reati
intorno al 25%, ossia un quarto circa del numero complessivo
(che giungeva a toccare, 4-5 anni fa, i 280.000 furti)".
"Rispetto all'andamento generale dei delitti contro il patrimonio,
circa 3 milioni di reati l'anno, o in particolare, degli scippi
o dei furti in appartamento, questo decremento dei furti di autoveicoli
è senz'altro un segnale positivo ed incoraggiante, poiché
subisce da 4-5 anni costanti elementi di conferma".
Secondo il direttore del CESC, "l'analisi delle cause della
tendenza negativa oramai pluriennale del numero dei furti d'auto,
con la punta del 2000 (in cui vi era stata una riduzione clamorosa,
intorno al 15%, rispetto ai furti dell'anno precedente), anche
nel 2001 si colloca intorno ad un triplice ordine di riflessioni:
1) ottimizzazione e sostanziale successo dei programmi di miglioramento
delle modalità operative, delle tecniche di investigazione,
indagine e prevenzione e di una più costante ed efficace
razionalizzazione del controllo del territorio da parte delle
Forze dell'Ordine, che riescono, peraltro, a sventarne una quota
sempre più elevata e significativa prima della consumazione;
2) una maggiore evoluzione tecnologico-scientifica dei sistemi
antifurto ed in modo particolare di quelli di localizzazione
satellitare, che consentono un elevatissimo numero di recuperi,
oltre il 90%, ben superiore alla percentuale generale, che scende
sotto alla metà dei furti, e precisamente intorno al 48%;
3) un generale sviluppo delle strategie di contrasto e di prevenzione
con una crescente e maggiore collaborazione ed una tempestività
di segnalazione delle situazione sospette anche da parte dei
cittadini. Si pensi, ad esempio, alla intensificazione, in sede
di immediatezza della osservazione del furto in flagranza o degli
atti propedeutici dello stesso, all'importanza dell'immediato
uso da parte dei cittadini del telefono cellulare per avvertire
le Forze dell'Ordine".
Inoltre, ha aggiunto Giusio, "è radicalmente mutato
nell'ultimo decennio il profilo strutturale del mercato ricettatorio,
sia delle intere auto che dei pezzi di ricambio, e sia nell'ipotesi
di furti destinati all'esportazione illecita del veicolo, che
è più rilevante per le auto di lusso o di grossa
cilindrata, per le quali, come si rileva oramai da diversi anni,
la percentuale di ritrovamenti è nettamente inferiore
al dato generale. Sul problema generale dei recuperi degli autoveicoli
rubati, che nel 2001 diminuiscono al 48%, molto di più
si può e si deve invece ancora fare ".
Secondo Pierluigi Leone, "a parte l'efficacia dimostrata
dei sistemi organizzativi e tecnologici di contrasto, su un grande
numero di furti d'auto continua però a pesare incredibilmente
l'elemento comportamentale, ossia la sbadataggine, la mancanza
di accortezza e prudenza e la negligenza del conducente. Ci sono
ancora molte, troppe automobili quasi 'consegnate' ai ladri,
ossia lasciate disinvoltamente ed incautamente in sosta davanti
all'edicola, al bar, al tabaccaio o persino parcheggiate sotto
casa o in garage con le chiavi inserite nel quadro. Un boccone
troppo ghiotto per tutti !".
Insomma, ha aggiunto Leone, "assodata ormai l'utilità
delle sofisticate tecnologie telematiche e di quelle satellitari
in particolare, specie per l'elevata probabilità di tempestivo
recupero, è fondamentale che gli automobilisti assumano
comportamenti più accorti e responsabili per non essere
involontari 'complici' di chi fa la posta alla loro auto per
sottrargliela al momento più opportuno".
IL SOTTOSEGRETARIO
AGLI INTERNI, ON. MANTOVANO COMMENTA IL RAPPORTO CESC-VIASAT:
"FENOMENO DALLE DIMENSIONI INACCETTABILI DA AFFRONTARE CON
DECISIONE E STRATEGIA D'INSIEME. I NUOVI SISTEMI DI SICUREZZA
VANNO MONTATI DI SERIE"
"La rilevazione dei dati
relativi ai furti d'auto nel 2001 mette in luce una tendenza
positiva alla diminuzione del fenomeno, sia pure con un calo
della percentuale dei mezzi ritrovati. Si tratta, comunque, di
un fenomeno di dimensioni tuttora inaccettabili che deve essere
affrontato con decisione e con una strategia d'insieme".
È il commento che l'on. Alfredo MANTOVANO, sottosegretario
all'Interno con la delega al Dipartimento di Pubblica Sicurezza,
ha espresso sui dati del Rapporto Cesc-Viasat.
"Un altro elemento negativo da tenere presente", ha
aggiunto, "è la sostanziale invarianza del dato relativo
ai furti di autotreni, legati a dinamiche criminali caratterizzate
da una particolare consistenza organizzativa".
Sotto il profilo repressivo, ha detto ancora il rappresentante
del Governo, "vi è un corale impegno delle forze
di polizia, che si sta arricchendo sempre più di una dimensione
transnazionale, sia sotto il profilo dei collegamenti operativi
che dello scambio di know-how, dal momento che in questo settore
si tratta di combattere prevalentemente sul piano dell'abilità
tecnica, nel riconoscimento di contraffazioni degli elementi
di identificazione dei mezzi".
Da questo punto di vista, secondo Mantovano, "è molto
importante anche la collaborazione della case costruttrici, per
rendere i processi di mascheramento sempre meno agevoli e per
rendere facile agli investigatori la ricostruzione dell'origine
delle varie componenti, anche nel caso di riassemblaggio di pezzi
provenienti da mezzi differenti".
Soffermandosi sulla prevenzione, il Sottosegretario all'Interno
ha sostenuto che "è sicuramente fondamentale l'acquisizione
da parte di tutti di una mentalità attenta alla sicurezza,
per creare meno occasioni favorevoli alla commissione del furto.
Questo non è un modo per escludere l'impegno e l'intervento
delle Forze dell'Ordine, ma per dare maggiori margini di intervento;
la considerazione che più tempo è necessario per
rubare un mezzo e più possibilità ci sono che l'autore
del furto venga colto in flagranza è di estrema ovvietà,
ma profondamente vera. Anche sotto questo profilo la tecnologia
ha sicuramente molto da dire e sono certo che si arriverà
ad una evoluzione dei sistemi di sicurezza montati di serie anche
sui mezzi di minor valore economico", ha concluso Mantovano.
I COMMENTI DEL MONDO
POLITICO ALLA RELAZIONE ANNUALE CESC-VIASAT
L'Europol sta studiando con le
case automobilistiche nuovi strumenti per identificare i veicoli
rubati grazie ad una "superbanca dati europea"
La Relazione Annuale Cesc-Viasat
riscuote grande attenzione, come ogni anno, anche da parte del
mondo politico e parlamentare. Interpellati sul problema dei
furti di veicoli e sulla sufficiente incisività delle
misure normative in vigore, alcuni tra i parlamentari che più
da vicino seguono queste tematiche hanno commentato e formulato
osservazioni e proposte per contrastare il fenomeno in modo ancora
più efficace.
In particolare, l'on. Alberto DI LUCA (Forza Italia), presidente
della Commissione parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo
di Schengen, ha colto l'occasione della Relazione Cesc-Viasat
per annunciare che "proprio Europol sta studiando un sistema
di rafforzamento della lotta contro la criminalità organizzata
dedita al furto internazionale di auto. In collaborazione con
le case automobilistiche, infatti, si studierà una procedura
tecnica di supporto, non identificabile da parte di estranei,
nel caso che ci sia stata una modifica non solo della targa ma
anche del numero del telaio. Nascerà così una 'superbanca
dati' per facilitare il riconoscimento dei veicoli attraverso
una serie di elementi e parametri certi". Di Luca ha anche
smentito che "con il Trattato di Schengen sia più
facile far passare alle frontiere i veicoli rubati: i flussi
clandestini di auto trafugate infatti transitano soprattutto
attraverso frontiere con paesi che non rientrano nell'Area Schengen,
come quelle con la Slovenia".
A paventare nuove forme di furti d'auto, è stato l'on.
Giuseppe LUMIA (Ds), della Commissione Antimafia, di cui è
stato anche presidente: "nel settore dei furti d'auto con
crescente frequenza si registra sul territorio nazionale il nuovo
fenomeno del "cavallo di ritorno", ossia l'auto sottratta
illegalmente e restituita dietro riscatto. È una forma
molto pericolosa in quanto spinge il derubato a non denunciare
il furto ma a ricorrere ad intermediari della mafia, che sta
dietro a queste truffe estorsive. È un fenomeno complesso
di cui bisogna capire cosa c'è dietro e colpire con nuovi
metodi chi lo attua. Le forze dell'ordine debbono cogliere i
segnali di questo sviluppo criminale e favorire le denunce delle
vittime".
Significativo il commento del sen. Ugo BERGAMO (Udc), segretario
della Commissione Territorio ed Ambiente del Senato, il quale
ha dichiarato che, "come altri fattori di degrado del territorio,
gli episodi di criminalità diffusa quali i furti d'auto,
come emerge dalla Relazione Annuale del CESC, richiedono specifici
interventi ulteriori del Governo e del Parlamento, sia in tema
di inasprimento della risposta sanzionatoria penale che con adeguate
iniziative di prevenzione, per migliorare la qualità della
vita nelle nostre città, specie nelle grandi realtà
urbane".
Da parte sua l'on. Filippo ASCIERTO, responsabile sicurezza e
criminalità di AN e membro della Commissione Difesa della
Camera, ha affermato che "la consistente riduzione del numero
di veicoli ritrovati è da ascrivere all'utilizzo di nuove
forme e di nuove strategie di azione. Ma anche ad una minore
pressione sugli sfasciacarrozze che si occupano del riciclaggio
delle auto rubate. Inoltre i furti sono sempre più di
qualità: ad agire sono sempre meno i singoli ladri, figure
tipiche se non leggendarie ma ormai superate, e sempre di più
la manovalanza che, per conto di gang internazionali, esegue
furti su commissione. Le leggi sono rispondenti ma è necessario
che chi viene arrestato per furto d'auto sconti fino in fondo
la pena".
L'on. Pietro FONTANINI, responsabile settore sicurezza della
Lega Nord e membro della Commissione Interni della Camera, ha
sostenuto che "La difficoltà di recuperare le auto
rubate deriva dalla facilità con cui possono essere esportate.
Servono più controlli. In Austria ci sono sicuramente
canali particolari che agevolano questo mercato clandestino.
Le norme italiane sono sufficienti ma è necessario che
la magistratura sia meno lenta nel colpire i responsabili di
questo reato. Gli stessi nomadi presenti in Italia si avvalgono
di concessionari compiacenti che rivendono le auto rubate".
L'on. Giuseppe FANFANI, responsabile Giustizia della Margherita
e membro della Commissione Giustizia della Camera, ha sottolineato
che "La riduzione dei furti è da ascrivere alla efficacia
delle nuove tecnologie di contrasto, mentre il calo delle auto
ritrovate dopo il furto va imputato ad una malavita più
organizzata che ormai lavora per alimentare il mercato clandestino
estero. Le norme italiane sono adeguate per contrastare il fenomeno:
è però necessario che chi viene arrestato per furto
d'auto sia punito anche con le aggravanti (esposizione alla pubblica
fede e scasso), la cui pena va da 3 a 10 anni. Sarebbe quindi
auspicabile che i magistrati tenessero conto di questo per inasprire
le pene per i ladri di auto e rendere meno redditizia questa
attività". |